Ancora oggi nella pratica clinica si osservano differenti approcci riguardanti le infiltrazioni in ambito muscolo-scheletrico. Già nel 2016 veniva pubblicato dall’autore turco Ozçakar un interessante articolo [1] con lo scopo di evidenziare l’importanza dell’eco-guida nelle tecniche infiltrative. Lo studio evidenza come nella pratica clinica muscoloscheletrica quotidiana per svariati anni le infiltrazioni siano state eseguite “alla cieca”, attraverso il solo repere anatomico.
Sebbene i risultati sul trattamento infiltrativo degli studi di confronto (in cieco vs guida ecografica) possano essere considerati contraddittori, non vi è discussione sul miglior rapporto costo-efficacia-accuratezza ed alla maggior sicurezza che si ha con il supporto ecografico. Nello studio viene invece sottolineato come l’imaging ecografico apporti anche un contributo significativo nella fase decisionale di una procedura interventistica, comportando una modifica/miglioramento della stessa.
Per prima cosa, l’imaging ecografico fornisce una diagnosi (differenziale) tempestiva. Viene riportato l’esempio di due pazienti con cisti di Baker in cui era stata programmata un’aspirazione della cisti con iniezione di corticosteroide. Il primo paziente presentava cisti di Baker bilaterali in cui l’ecografia ha chiaramente dimostrato che le cisti erano croniche e presentavano una significativa ipertrofia sinoviale (quasi del tutto tessuto sinoviale su un lato). Pertanto, mentre da un lato si tentava di aspirare il fluido, dall’altro veniva eseguita solo l’iniezione di corticosteroide. Il secondo paziente rappresenta invece un esempio ancora più eclatante dell’importanza della guida ecografica sul processo decisionale. Infatti, l’imaging ecografico ha rivelato il fatto che la cisti sospetta era in realtà una vena poplitea trombotica con un piccolo aneurisma che, se fosse stata infiltrata alla ceca, avrebbe comportato un enorme danno al paziente.
In secondo luogo, anche se i risultati ecografici sono coerenti con la diagnosi iniziale del paziente, una scansione dettagliata aiuta a modificare la strategia interventistica. Viene portato l’esempio di un caso di tenosinovite di De Quervain. Sebbene la valutazione ecografica confermasse la diagnosi, durante la scansione dei tendini, si è osservato che il tendine dell’abduttore lungo del pollice aveva una lesione sul lato esterno. Questa constatazione ha indirizzato a modificare il tipo di prodotto da utilizzare, passando dal corticosteroide al Plasma Ricco in Piastrine.
Infine un ultimo interessante spunto è che le variazioni dell’anatomia del singolo paziente, visualizzabile grazie all’ecografo, possono comportare modifiche nella tecnica e nella pianificazione del tipo di intervento. L’esempio esplicativo è quello di un paziente con borsite sub-acromion-deltoidea che ecograficamente si evidenziava nella porzione anteriore della spalla. In questo caso, mentre il classico approccio laterale alla cieca per il l’infiltrazione della borsa sarebbe risultato inconcludente, un approccio anteriore al contrario in questo caso risultava in una efficace aspirazione del versamento.
Per concludere questo ennesimo interessante studio deve portare ancor di più a sostenere l’importanza dell’uso dell’imaging ecografico nelle procedure interventistiche muscolo-scheletriche, che in tal modo vengono attuate in maniera più sicura ed efficace.
Bibliografia
Ozçakar L et al. Are blind injections ethical or historical? Think twice with ultrasound. Am J Phys Med Rehabil. 2016; 95:158-160.