Infiltrazione Intra-Articolare di Anca: Quale Migliore Sostanza?

Gen 10, 2024

Il dolore e la diminuzione della funzionalità articolare legate all’osteoartrosi (OA) d’anca portano frequentemente i pazienti a rivolgersi al medico esperto di patologia MSK che, oltre a consigliare e prescrivere una fisioterapia specifica ed un possibile trattamento farmacologico orale, spesse volte, in base alle condizioni cliniche del paziente, interviene con un’infiltrazione intra-articolare. Un quesito che si ripropone ormai da tempo in questi ambulatori è quale sia il prodotto più efficace per favorire un miglioramento clinico in chi soffre di tale patologia.

Lo studio clinico randomizzato controllato (RCT), pubblicato nel 2022 nella rivista BMC Musculoskeletal Disorders [1], prova a fornire una risposta in tal senso. Sono stati, infatti, reclutati 105 pazienti con OA d’anca di grado 2 e 3, secondo la classificazione di Kellgren e Lawrence, e suddivisi casualmente in tre gruppi di trattamento con differenti sostanze infiltrate: Plasma Ricco in Piastrine (PRP), Acido Ialuronico (AI) e la combinazione dei due prodotti PRP+AI.

Tutti i pazienti sono stati sottoposti a 2 infiltrazioni intra-articolari eco-guidate d’anca, con un intervallo di 2 settimane l’una dall’altra, e sono stati valutati rispetto alla condizione basale (pre-trattamento T0) a 2 mesi (T1) e 6 mesi (T2) dopo la seconda infiltrazione, utilizzando la scala analogica visiva (VAS) per valutare il dolore articolare, il Western Ontario and McMaster Universities Osteoarthritis Index (WOMAC) e i questionari di Lequesne per valutare la funzionalità articolare e la disabilità legata alla patologia.

All’analisi intra-gruppo si è osservato un miglioramento statisticamente significativo (P < 0.05) alle scale WOMAC, VAS e Lequesne al T1 e al T2 rispetto al T0 in tutti e 3 i gruppi. Il confronto inter-gruppo ha dimostrato una differenza significativa (P < 0.05) ai punteggi totali del WOMAC e del Lequesne e alla sotto-scala delle attività della vita quotidiana (ADL) del Lequesne, con un maggior miglioramento che si è protratto fino al T2 nei gruppi PRP+AI e PRP rispetto al gruppo AI. Nessuna grave complicanza è emersa durante il periodo di osservazione.

In conclusione, in base ai risultati ottenuti, sembrerebbe che il PRP possa rappresentare una valida alternativa all’AI, quest’ultimo già ampiamente utilizzato nella pratica clinica.

Ovviamente ulteriori lavori su target specifici di pazienti, RCT con follow-up più prolungati, confronti con altre tipologie di sostanze (cortisonici e cellule mesenchimali) o con il placebo, sono ancora necessari per dirimere la questione su quale sia la migliore sostanza da infiltrare nella gestione dell’OA d’anca, così come di altri distretti.

Ciò che si può affermare con elevata certezza, in quanto suffragato dalla letteratura vigente, è l’elevata sicurezza di PRP ed AI, e la necessità dell’uso dell’eco-guida nei trattamenti infiltrativi, al fine di ottenere una migliore sicurezza durante la procedura e per una migliore visualizzazione del target anatomico in cui iniettare la sostanza prescelta.


Bibliografia
[1] Nouri F et al. Comparison between the efects of ultrasound guided intra-articular injections of platelet-rich plasma (PRP), high molecular weight hyaluronic acid, and their combination in hip osteoarthritis: a randomized clinical trial. BMC Musculoskeletal Disorders. 2022; 23: 856.